L’attacco di panico dura all’incirca qualche minuto ma per chi lo sperimenta quel tempo sembra non finire. Dal punto di vista fisico le mani aumentano la loro sudorazione, il respiro diventa difficoltoso e dopo pochi istanti sopraggiunge addirittura la terribile sensazione della morte. In quei momenti la razionalità dei pensieri lascia posto alla paura.
Dopo l’attacco di panico riprendere la quotidianità è molto difficile; ci si sente stanchi ma soprattutto quello che può sopraggiungere con il tempo è la cosiddetta “paura della paura”, ossia l’arrivo di un nuovo attacco di panico.
La paura di riprovare nuovamente quelle terribili sensazioni induce la persona a organizzare la sua vita evitando situazioni che potrebbero scatenare l’attacco di panico. Spesso non vi è un unico fattore scatenante ma il concatenarsi di situazioni stressanti induce il nostro corpo a reagire in quel modo.
Escluso qualsiasi problema di natura fisica e organica, è importante non vergognarsi e rivolgersi a uno psicologo. Quando dagli esami medici, infatti, i risultati sono negativi si può comprendere che quella è la riposta del nostro corpo a una sensazione di disagio provata.
Riconoscere di vivere o di aver vissuto un momento difficile può già essere un buon punto di partenza. Comprendere le situazioni che possono creare disagio tenendo conto della soggettività della persona e chiedendo supporto a un professionista, può permettere di contrastare tali situazioni utilizzando strumenti migliori ed evitando così, che il disturbo diventi cronico.